Per più di metà della mia vita sono stata in grado di raggiungere l’orgasmo durante i rapporti a due in un’unica e rigida posizione: io sopra che mi muovo avanti e indietro e con un’angolazione ben precisa.
Già solo a leggerlo sembra una cosa davvero limitante, non credi?
Quando mi capitava di confrontarmi su questo tema con amiche che ai miei occhi si presentavano come ragazze super multi orgasmiche, mi sentivo sbagliata, difettosa e in parte mi vergognavo.
Eppure, negli anni, ho scoperto di non essere l’unica, ho scoperto che questa cosa aveva un nome e ho scoperto che possono soffrirne anche le persone con il pene.
Da quando sono iscritta all’istituto di sessuologia scientifica e studio per diventare educatrice sessuale, ho imparato tantissime cose, ma una su tutte ritengo sia la più importante: in sessuologia tutto quello che non è un problema per te, allora non è un problema.
Cosa significa Tei?
Nel caso ad esempio della postura orgasmica obbligatoria, significa che se per la tua piena soddisfazione sessuale, se il fatto di riuscire a raggiungere l’orgasmo in una sola posizione non crea disagio né a te né a partner, allora non è certo un problema che devi risolvere.
Ma, nel caso in cui una dinamica sessuale che hai acquisito non è realmente una scelta e ti genera frustrazione, insoddisfazione, vergogna, ansia da prestazione, allora è decisamente un problema da indagare.
Si Tei, ma cos’è nello specifico la postura orgasmica obbligatoria?
Nella postura orgasmica obbligatoria l’orgasmo può essere raggiunto solo grazie ad una combinazione specifica di parametri tra cui posizione, velocità, inclinazione, tipologia di stimolazione.
Spesso, chi soffre di postura orgasmica obbligatoria tende anche a stressare particolarmente il pavimento pelvico.
Di fatti, nel mio caso, anni fa dopo una visita ostetrica ho scoperto di soffrire di ipertono del pavimento pelvico.
Il pavimento pelvico ipertonico è una condizione in cui i muscoli della pelvi inferiore sono costantemente contratti o presentano spasmi.
La disfunzione può influenzare notevolmente la qualità della vita di una persona, causando dolore, problemi con la minzione e disfunzioni sessuali.
Quando l’ostetrica mi visitò a sei mesi dal mio parto vaginale, mi disse che il mio pavimento pelvico sembrava quello di una donna che non aveva mai partorito.
Non lo disse in senso positivo, voleva solo farmi capire che nella maggior parte dei casi, dopo un parto vaginale il pavimento pelvico può apparire ipotonico e molto più raramente il contrario, quindi, nel mio caso, c’era assolutamente bisogno di fare un lavoro di riabilitazione (esattamente come in chi soffre di ipotono).
(Se hai partorito ti consiglio vivamente di contattare un’ostetrica o un* altr* professionista che si occupa di riabilitazione del pavimento pelvico… poi mi ringrazierai!)
Come ti stavo raccontando poco sopra, se non è un problema per te, non è un problema per me; ma non credi che riuscire a provare piacere in unico modo sia limitante rispetto alle infinite possibilità che il nostro corpo ci offre?
Nella vita di ognun* di noi arriva quel momento (solitamente tra infanzia e adolescenza) in cui si sperimentano le prime sessioni masturbatorie (consapevoli o meno) e i primissimi orgasmi.
Le prime volte che si riesce a raggiungere l’orgasmo la sensazione è meravigliosa e molto coinvolgente.
Il pensiero più diffuso è sicuramente: voglio rivivere questa esperienza il prima possibile.
Dato che è naturale voler rivivere un’esperienza positiva e piacevole, l’istinto ci spinge a ricalcare le stesse mosse.
Quindi, è normalissimo cercare di imitare la stessa posizione che ci ha portat* all’orgasmo la prima volta, imitare la velocità o la lentezza dei movimenti, l’inclinazione del bacino, l’apertura o meno delle gambe, il tipo di stretta sul pene.
La testa ci dice che utilizzando gli stessi ingredienti, e replicando gli stessi identici step, otterremmo lo stesso risultato.
E attenzione, questo è vero (quasi sempre) quando si tratta di ricette di cucina, ma spesso non lo è nel sesso.
Nel sesso entrano in gioco troppe variabili non solo legate alle sensazioni corporee, ma anche e soprattutto alla nostra predisposizione mentale.
Però Tei è vero che io riesco sempre a raggiungere l’orgasmo nella stessa identica posizione!
Si, non lo metto in dubbio, ma sei sicur* che questa postura orgasmica obbligatoria, nel tempo, non ti abbia portato ad avere orgasmi sempre meno intensi ed appaganti?
Sei cert* che il risultato ottenuto oggi sia ancora così coinvolgente come lo era le prime volte?
Magari mi risponderai di si ma, nel mio caso, i miei orgasmi “sempre uguali” non mi sono più bastati e, anzi, ad un certo punto sono iniziati ad essere anche più difficili da raggiungere.
Per quanto riguarda la mia esperienza, la postura orgasmica obbligatoria, si è trasformata in una sorta di lieve e crescente anorgasmia.
Mi sono ritrovata, alla soglia dei trent’anni, a conoscere un unico modo per raggiungere il mio orgasmo in coppia e, ad un certo punto, non funzionava più bene nemmeno quello.
Ecco, mi sono sentita persa.
E ora?
Devo ricominciare a strusciarmi sui braccioli dei divani o, come a 12 anni, sui sellini dei motorini per trovare una nuova modalità orgasmica?
Devo dire che in quel momento mi sono resa conto che, fino a quel giorno, anche le mie abitudini masturbatorie erano limitate e sempre uguali.
Eppure mi sono sempre ritenuta una persona creativa… ho pensato.
Mi masturbavo quasi sempre e solo a pancia in giù, cercando di mettere una certa pressione sul pube che mi permetteva così di stimolare adeguatamente il mio clitoride.
Sai perché mi masturbavo sempre in quel modo?
Perché banalmente funzionava e questo mi bastava.
La pigrizia dell’essere umano a volte non ha limiti e, quando possiamo fare meno, facciamo meno.
Con questo fatto in realtà a volte mi trovo d’accordo (sono sempre stata una studentessa che faceva il minimo indispensabile per prendere buoni voti senza mai provare a fare più del necessario), ma nel sesso puntare ad avere qualcosa in più, significa ottenere un piacere di qualità migliore.
E… sei sicur* di non desiderare più piacere nella tua vita?
Ovviamente, come sempre, io ti sto parlando della mia esperienza, ma studiando questo tema ho scoperto che la postura orgasmica obbligatoria non è appannaggio solo delle persone con la vulva, ma anche di quelle con il pene.
Quando ci si trova di fronte ad un problema di postura orgasmica obbligatoria, nel sesso viene a mancare il fattore novità.
Cosa c’è di più noioso che mangiare sempre la solita minestra?
Oltretutto, quando si possiede una sola modalità per raggiungere l’orgasmo, risulta complesso trovarsi bene con nuov* partner.
La stimolazione genitale che ricerchiamo, quando abbiamo questa abitudine, è sempre estremamente specifica, rigida e senza sfumature e, con il tempo, può anche farci perdere sensibilità alla zona.
Tanto è il timore di non raggiungere il nostro agognato orgasmo, che ci irrigidiamo sia mentalmente che a livello corporeo.
In passato, quando non avevo la consapevolezza di oggi, durante ogni rapporto seguivo il mio pattern pensando che comunque non avrei potuto fare altrimenti e nessun’altra modalità sarebbe stata quella giusta per me.
Io sono così, io vengo solo così.
Il condizionamento mentale può essere talmente forte e potente che, mixato alle nostre aspettative, fa in modo che ci auto convinciamo che le cose possano andare in una sola direzione.
I miei rapporti sessuali erano diventati ripetitivi e quasi ansiogeni.
Se perdevo “l’onda giusta”, se non beccavo il solito grado di inclinazione o cambiavo partner, di certo non sarei mai venuta.
In fondo poi, avere sempre la mente concentrata sul raggiungimento del mio orgasmo (che diventava ogni volta più difficoltoso), mi allontanava dal partner ed era come scopare da sola.
Ok Tei, ora è tutto chiaro, ma poi come hai risolto?
Ho risolto il mio problema di postura orgasmica obbligatoria rieducandomi.
Sono partita da zero come se non conoscessi davvero il mio corpo e ciò che mi da piacere, anche perché in realtà era proprio quello il punto: non mi conoscevo (o perlomeno mi conoscevo parzialmente e molto superficialmente).
Talmente tanta era la paura di non raggiungere l’orgasmo che non mi stavo dando la possibilità di sperimentare nuove zone erogene e di sentire realmente il mio corpo.
Finché non ho raggiunto tale consapevolezza iniziando a lavorare su di me, il partner poteva fare qualsiasi cosa, ma io non sentivo quasi nulla.
Conoscevo e apprezzavo solo “la mia minestra”.
Poi, un bel giorno, ho abbandonato tutte le mie paure.
All’inizio mi sono “persa” qualche orgasmo per strada, perché mi sentivo disorientata e senza punti di riferimento in questo nuovo viaggio alla scoperta del piacere.
Ma, successivamente, ho finalmente iniziato a sperimentare tante nuove sensazioni ed è stato come se il mio corpo piano piano si risvegliasse.
Gli orgasmi hanno iniziato ad essere sempre più frequenti e addirittura sorprendenti, la mia connessione con l’altr* è aumentata e ho smesso di avere l’ansia di non riuscire a venire.
Sono riuscita a provare il mio primo orgasmo da cunnilingus, sono riuscita a venire in piedi, seduta, a quattro zampe, di fianco e ho anche sperimentato lo squirting.
Nel frattempo non solo ho risolto i miei problemi legati alla postura orgasmica obbligatoria, ma ho modificato la mia visione del sesso iniziando ad uscire dall’ottica performativa che per tanti anni mi aveva accompagnata.
Ho sperimentato l’ascolto profondo del mio corpo e di quello dell’altr* e, di conseguenza, ho iniziato a godere tanto e “bene”.
La me di un tempo non avrebbe mai creduto che nel sesso esistessero tutte queste ricette e, soprattutto, che potessero piacermi!