SONO ANCHE SU PATREON

Ogni mese, attraverso PODCAST, RACCONTI EROTICI autobiografici, FOTO di nudo artistico, audio ASMR, ti accompagno in un viaggio nell’erotismo che ti permetterà di riconnetterti alle tue reali fantasie, per riaccendere il desiderio atrofizzato e viziato.

Ti faccio le domande giuste per aiutarti a risolvere le tue frustrazioni sessuali e relazionali, dando voce ai pensieri che non ti autorizzi a fare.

orgasmo femminile

orgasmo femminile: ne voglio solo uno e sto

Quando si parla di orgasmo femminile si tende a pensare che la quantità sia ciò a cui puntare, ma se io ne volessi solo uno per poi concedermi il “privilegio” di fermarmi lì?

Cosa Tei? Sono confus*, non ho capito granché dal titolo di questo articolo.

Si ok, ora ti spiego tutto, ma prima ti faccio una breve e doverosa premessa: in questo articolo userò termini come “lui” e “lei” semplicemente perché mi sto riferendo ad una dinamica che collego a rapporti tra persone etero e cisgender (sicuramente con alcune eccezioni, ma per comodità e fluidità narrativa userò i pronomi in questo modo).

La narrativa estremamente performativa, molto legata al porno mainstream e spesso non aderente alla realtà per cui “tutte le donne” sono potenzialmente multiorgasmiche, ci ha sempre portat* a pensare che ciò che conta in un rapporto sessuale etero sia la durata di lui.

Intanto, già mi sento di dover porre attenzione a quante cose fino a qui avremmo da decostruire.

Sesso non significa per forza penetrazione (ne ho parlato in questo articolo al quale sono profondamente affezionata), quindi la “durata” di lui può essere molto relativa quando il piatto forte dell’amplesso non prevede nemmeno una potenziale erezione.

Inoltre, la famosa durata di lui diventa totalmente accessoria quando lei multiorgasmica non è.

Se potenzialmente io persona con la vulva raggiungo l’orgasmo dopo 5 minuti di rapporto, in teoria me ne faccio poco o niente se tu ti sforzi (per me?) di durarne 20.

Se penso a me, tra l’altro raggiungo l’orgasmo molto difficilmente tramite la penetrazione, quindi il fatto che l’altro abbia un’erezione duratura, nell’atto in sé non mi fa differenza.

In tutto ciò, mi sento comunque una grande fan delle “maratone” più che delle sveltine.

Si Tei, ma allora questa frase è totalmente incoerente con ciò che hai detto fino ad ora??

orgasmo femminile

No, non lo è.

Per me una “maratona di sesso” può durare ore, addirittura giorni.

Giorni?? Ma chi ce la fa?

Anche tu puoi farcela.

Ce la puoi fare nel momento in cui inizi a decostruire l’idea che hai rispetto al concetto di rapporto sessuale, rendi meno centrale la penetrazione e ovviamente esci da sta cazzo di logica performativa.

Una maratona di sesso, per me, può durare addirittura giorni perché il sesso è tutto ciò che decido che sia.

Sguardi, carezze, parole intense, gioco, strusciamenti non sono essi stessi potenzialmente sesso?

Lo so, ti vedo che sei ancora perpless*, ma comincia a riflettere su questa cosa. 

Fidati, ne varrà la pena.

Quando inizia e quando finisce un rapporto sessuale lo decidi tu e nessun altr*.

Quindi, se io decido che io e te abbiamo iniziato a scopare nell’esatto momento in cui abbiamo cominciato a farci gli occhi dolci in spiaggia e abbiamo finito quando abbiamo ordinato un delivery di cibo asiatico direttamente da sotto le coperte, nessun* potrà dirmi che non è così.

Sembra un po’ quella famosa battuta (in realtà pessima perché volta a fare ironia su una patologia seria come quella dell’eiaculazione precoce) “si ma conti i minuti considerando anche la svestizione e la doccia”?

Si, cazzo si. 

Conto tutti i minuti che voglio contare.

Si ok Tei, adesso è più chiaro ma… tornando al titolo, che significa “ne voglio uno e sto” riferito all’orgasmo femminile?

Ogni tanto, quando durante un rapporto a 2 (3,4,5…) raggiungo l’orgasmo, a volte, mi andrebbe di finirla lì.

Io non sono multiorgasmica e generalmente durante un amplesso mi succede di raggiungere un orgasmo (nemmeno sempre) e al limite squirtare (in questo caso riesco a farlo anche più volte consecutive).

Siamo portat* a pensare che il rapporto finisca con l’orgasmo di lui, lei se è venuta bene se no salta, ma se è venuta di solito è venuta prima di lui proprio perché, aldilà della visione dove la penetrazione viene servita come piatto principale, suppongo sia difficile per un uomo aver voglia di far godere ancora la partner (magari usando mani e/o sex toys) subito dopo aver eiaculato.

Il periodo refrattario maschile esiste e non è solo una questione meccanica, ma anche psicologica.

Per esperienza personale, non ho mai incontrato un uomo che subito dopo aver raggiunto l’orgasmo avesse voglia di occuparsi del mio piacere (poi magari, a te è successo).

Non è cattiveria o egoismo, ma è appunto il funzionamento naturale del periodo refrattario maschile (che comunque cambia da individuo ad individuo.)

Sarebbe come dover mangiare a forza un terzo piatto di pasta quando abbiamo già fatto il bis e siamo strapien*.

L’eccitazione fisica cala e anche quella mentale, tutto qui.

E se a me, persona con la vulva, a volte succedesse la stessa identica cosa che accade agli uomini?

orgasmo femminile

Perché una volta raggiunto il mio orgasmo devo essere obbligata a proseguire concentrandomi sul tuo piacere quando l’unica cosa che desidero è godermi a pieno il mio orgasmo, gli spasmi che ne derivano e magari rilassarmi e dormire?

Eh vabbè Tei, allora masturbati e così nessuno ti rompe le palle…

Perché? 

In realtà non trovo corretto il fatto che per ottenere uno stop subito dopo il mio orgasmo io debba masturbarmi per conto mio e non possa farlo invece durante un rapporto a due.

Gli uomini lo fanno di continuo, perché io non posso?

Molti orgasmi, soprattutto se particolarmente intensi, mi lasciano piacevolmente sfinita, ed è meraviglioso “concedersi il privilegio” di riposarsi subito dopo essere venuta.

Certo, come dicevamo, l’orgasmo femminile e quello maschile sono diversi e funzionano in modo differente sotto tanti aspetti e quindi la mia potrebbe sembrare una visione molto egoistica.

Eppure, non riesco a sentirmi egoista quando l’obiettivo è godermi a pieno il piacere che sto ricevendo grazie all’interazione e alla connessione con l’altra persona e, in qualche modo, sento di avere la giusta dose di arroganza che mi permette di affermare che anche l’altro potrebbe/dovrebbe sentirsi appagato dal regalarmi questo piacere senza per forza puntare ad un 1-1 palla al centro dove entrambi donano piacere all’altr* allo stesso modo e nella stessa misura sempre.

Quindi, alla fine, magari all’orgasmo di lui ci si pensa più tardi o domani, visto che nella mia idea del sesso le maratone possono durare ore, se non giorni.

Utopisticamente, nella mia visione super edonistica dell’esistenza, la vita è quella cosa che accade tra un orgasmo e l’altro, tra un momento di piacere e l’altro (e il dolore può benissimo far parte di questo piacere, come ti ho già raccontato in questo mio vecchio articolo).

Per cui, per concludere, se la sessualità assume una forma circolare, non lineare nella nostra quotidianità e nella nostra vita, alla fine non c’è mai qualcun* che raggiunge l’orgasmo prima e qualcun* che lo raggiunge dopo.

 

E’ nato prima l’uovo o la gallina?

Ha raggiunto l’orgasmo prima “lui” o prima “lei”?

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