Se ci fai caso, è così anche nei porno: l’uomo è sempre muto (anzi a volte non ha nemmeno un volto, ma questo è un altro discorso), il suo gemito è un optional, per la donna invece è una regola.
Non dico che tutte le donne starnazzino come delle galline spennate tutto il tempo, ma spesso se le donne non emettono suoni, gli uomini pensano automaticamente che siano fredde o frigide e non trovano gratificante per il loro ego andarci ancora a letto (addirittura Tei? Si, a volte succede).
Gemiti e mugoli sono sempre stati attribuiti a donne e mai a uomini. Se chiedi ad un uomo perché non mugola ti dirà “non mi viene naturale farlo”.
Ma a proposito di “naturale”, mi sono chiesta: la natura e l’evoluzione, cosa dicono a riguardo?
Molto è stato detto e scritto dei richiami di accoppiamento maschili nelle varie specie.
In “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale”, Darwin espone la sua teoria descrivendo i canti di accoppiamento degli uccelli, e come secondo lui i tratti più sessualmente appetibili si diffondano tra i vari esemplari di una specie.
Poi applica questo modello a una teoria dell’origine della musica tra gli uomini: «È probabile che i progenitori degli uomini, maschi e femmine che fossero, prima di acquisire il potere di esprimersi reciproco amore con un linguaggio articolato, fossero costretti ad ammaliarsi l’un l’altra con note musicali, ritmi e vocalizzi». Un’idea romantica, seppur scientifica: la musica è figlia della seduzione.
Quindi, in natura anche gli esemplari di genere maschile emettono suoni durante l’accoppiamento? Sembrerebbe di si.
Allora noi, perché ci siamo evoluti così male da fare in modo che i maschi della nostra specie si zittissero? Hanno forse paura di essere trovati dai predatori in un momento di vulnerabilità così estrema come quello dell’orgasmo?
Ma quali sono i predatori contemporanei? (ex)Equitalia, il maschilismo tossico, l’insicurezza, gli stereotipi di genere, il machismo…
Non mi è chiaro, in ogni caso voglio raccontarti di un esperimento che un mio caro amico che chiamerò E. fece anni fa su se stesso.
L’esperimento dell’urlo in super strada
Un volta, di recente, E. Mi ha scritto per raccontarmi questa cosa e pormi anche una domanda. Sa quanto io ami pormi sempre nuove domande.
“Tei, secondo te perché gli uomini non sperimentano di più riguardo l’uso della voce durante il sesso, ma soprattutto nella fase dell’orgasmo?”
E. mi ha detto che lui rispetto a tanti suoi amici si ritiene un uomo particolarmente “rumoroso” durante il sesso, ma che comunque ha sempre l’ansia di essere sentito da qualcuno, e questa cosa lo inibisce non poco.
“Tei, per quanto tu possa abitare in una casa isolata o possa trovarti in mezzo ad un bosco sperduto nel nulla, secondo me c’è sempre qualcuno che può sentirti urlare, e a me sta cosa blocca da morire”.
E’ proprio da questa esigenza di E. che, anni fa, nacque il suo esperimento dell’urlo in super strada:
Una sera, tornando da lavoro, E., che in quel periodo possedeva una videoteca e aveva passato tutto il pomeriggio a catalogare gli ultimi arrivi del settore porno, era particolarmente carico ed eccitato, talmente eccitato che decise di non aspettare di arrivare a casa per farsi una sega.
Era in ritardo però e non voleva accostare la macchina; la strada era dritta e deserta, così rallentò un po’ individuando la giusta velocità e iniziò a toccarsi.
Il momento dell’orgasmo arrivò abbastanza in fretta ed E. all’improvviso realizzò che mentre viaggiava sulla superstrada deserta con la macchina in movimento, nessuno l’avrebbe mai potuto sentire urlare, così, mentre veniva urlò talmente tanto e con un senso di liberazione così gigantesco, che ancora oggi ricorda l’episodio come un qualcosa di mistico e a tratti rivelatore.
Ovviamente, provò l’esperimento anche altre volte dopo quel primo test, diventando un vero professionista della supersega e divulgò il verbo, consigliando l’esperimento (da fare almeno una volta nella vita) a tutti i suoi amici.
Ora, io non ti sto consigliando di fare lo stesso esperimento di E., perché lungi da me istruire un esercito di masturbatori seriali sulle super strade di tutta Italia, non mi prenderò mai tale responsabilità (se provate, non date la colpa a me poi!!).
Ma, mi chiedo, è giusto usare la voce durante il sesso si o no? Diciamo che è giusto se vogliamo farlo e se lo facciamo in modo “sincero” forse.
Il sesso non è una prova di dimostrazione e non è una verifica di quelle che sono le capacità erotiche di una persona, il sesso è tra le esperienze più spontanee e più libere che si possano vivere e così deve essere, però da buona sperimentatrice credo che tentare cose nuove non possa mai farci del male (a meno che vi schiantiate su un guardrail a cazzo duro, allora si che fa male!).
I risultati della ricerca effettuata dai due studiosi Gayle Brewer della University of Central Lancashire e Colin Hendrie della University of Leed (e pubblicati sulla rivista Archives of Sexual Behavior), nella quale sono state coinvolte 71 donne tra i 18 e i 48 anni a cui è stato somministrato un questionario, testimoniano che: “il 66% delle intervistate ha ammesso di emettere gemiti durante l’atto solo per eccitare il partner e l’87% lo fa per aumentare l’autostima del compagno“, e in molti casi le donne ricorrono ai vocalizzi per nascondere il senso di disagio che stanno provando.
Durante il rapporto sessuale, tutto è comunicazione: anche il silenzio, le pause; tutto ha un suo significato preciso.
Il problema è la menzogna, non c’è comunicazione efficace se non c’è sincerità.
Se si lanciano messaggi sbagliati, o meglio falsi, il partner non saprà mai del disagio che si sta vivendo e crederà di fare tutto nel modo giusto.
Questo lo dico in particolare rivolgendomi alle persone con la vulva: per favore, smettete per il bene dell’umanità di fingere l’orgasmo.
Quando si usa la propria voce durante il sesso e lo si fa in modo naturale e onesto, è importante sapere che esiste una stretta ed immediata correlazione tra espressione vocale, livello fisico, emotivo, spirituale ed energetico di una persona.
A proposito del legame tra espressione vocale, sesso e vocalità, nel Tantra esiste una cosa chiamata “Canto Tantrico”.
Secondo il Tantra il corpo è il luogo di sperimentazione vocale e la voce a sua volta si fa strumento di esplorazione e percezione corporea. Il Canto Tantrico fa appunto della voce un mezzo che permette al corpo di essere pienamente percepito e radicato e di far fluire liberamente le sue energie, in modo particolare l’energia arcaica della sessualità.
Sentirsi scorrere, in una voce liberata e in un corpo finalmente percepito, pone inevitabilmente in contatto con il proprio universo emotivo, offrendo una serie di spunti di osservazione e di conoscenza di se stessi sia durante la masturbazione che durante il rapporto a due, tre, quattro o tutte le persone che desideri.
Sarà esattamente questo contatto profondo e arcaico con il suo universo emotivo che avrà sperimentato il mio amico E. durante la sua Supersega a tutta velocità?