Intanto, per cominciare dall’inizio: si Tei ok, ma che è sto Live…?
Il Live Positive è un evento itinerante organizzato da Davide La Greca che si svolge già da qualche anno. Il primo e unico a cui ho partecipato si è tenuto il 19 novembre 2022 al Club Prisonnier in quel di Brescia.
Spoiler: Ad agosto 2023 l’evento verrà replicato, ma più in grande e in una versione più estesa e non One Day (ps e molto probabilmente ci sarà anche il mio zampino… shhh!)
Il Live Positive oltre che un evento è proprio un progetto che ruota attorno ad un obiettivo molto importante e che condivido appieno: creare un “luogo” sicuro e stimolante dove esplorare la sessualità a 360 gradi con guide esperte attraverso laboratori/workshop soprattutto pratici.
La giornata si è tenuta in un sereno sabato di novembre in questo locale, il Prisonnier Club, che di solito nella fascia serale e notturna ospita serate a tema Bdsm/Kinky assolutamente sex free.
Tei ma che significa mo’ sto “sex free”??!!
Significa che si scopa.
Sex Free significa semplicemente che sesso e nudità (nel rispetto delle altre persone) sono assolutamente consentite all’interno del Club, ma di questo te ne parlo in un altro prossimo articolo.
Su, su non deconcentrarti che stavamo a parlà de tantra e tante altre cose bbelle.
Partendo dall’ambiente la prima cosa che mi ha colpita è stata il fatto che il locale alla luce del giorno non sembrasse per nulla squallido, ma anzi accogliente e promettente per la serata che si sarebbe presentata qualche ora più tardi.
L’atmosfera safe che si respirava lì dentro mi faceva già sognare…
Dico questo perché spesso i locali notturni, o Club di qualsiasi genere, alla luce del giorno perdono ogni magia e sembrano solo spogli e di sicuro per nulla affascinanti.
Beh, il Prisonnier è come una bella donna: è bella sempre, sia la sera quando è “in tiro”, che la mattina presto struccata e appena alzata.
Si Tei, ma non divagare.. quando è che ci si tocca??
Personalmente, pensare di rompere il ghiaccio durante questa giornata partendo da un laboratorio estremamente fisico/pratico e per nulla teorico o basato sul dover parlare delle proprie emozioni a parole, mi ha messa parecchio a mio agio e mi ha subito fatta sentire ben disposta.
Se c’è da fare qualcosa di fisico non mi tiro mai indietro, a mettermi più a disagio è il dover esprimere le mie emozioni e i miei sentimenti esplicitandoli davanti agli altri.
Prima devi darmi perlomeno la possibilità di scaldarmi un po’, e così è stato.
Anna Bernardi counselor relazionale, sessuale e facilitatrice tantrica ci ha subito fatt* “scaldare” chiedendoci di camminare liberamente per la stanza mentre respiravamo nel modo più consapevole possibile.
I più esperti di tantra emettevano espirazioni anche parecchio rumorose via via che il ritmo della camminata si faceva più intenso.
Io, che di tantra non ne so una cippa mi sono limitata a far vedere quando fossi brava a camminare. Ah, che brava alunna che so essere…
Tei, eh smollati un po’, che non sei qui per dimostrare niente a nessuno… goditela!
Ok, ci siamo scaldati. Ora, tutti fermi!
Dopo tutto questo camminare, al segnale di Anna dovevi fermarti davanti al primo essere umano a portata di mano e fissarlo intensamente negli occhi continuando a respirare fino a che l’insegnante non avrebbe dato il segnale per muoversi nuovamente.
Non mi è sembrato per nulla facile.
Si Tei, ma quando ci si tocca??
Adesso, adesso…
Mentre continuiamo a vagare per la stanza, in modo sempre meno timido e impacciato, Anna ci spiega cosa dovremo fare di lì a breve con il primo tipo di tocco.
Con questa esperienza ispirata al rito tantrico, alleneremo 5 tipi di tocco e la loro interazione per comunicare con presenza, sensualità e per aprirci al mondo sensoriale e emotivo che l’energia sessuale sa creare.
Non si tratta di un massaggio strutturato ma di un modo intuitivo di toccare e lasciarsi toccare, dove si crea una sorta di vero e proprio dialogo tra chi riceve e chi dona.
Venendo dalla tradizione tantrica accompagneremo il tocco con il respiro e la presenza nel così detto “qui ed ora”.
Chi riceve espanderà la consapevolezza di come i diversi tocchi funzionano su di l*.
Chi dona sperimenterà la sua capacità di essere con e per l’altro senza nessun obiettivo.
Si tratta di un tocco senza fini erotici e sessuali diretti, ma è una esperienza sensoriale, emotiva e relazionale in cui l’energia sessuale è al servizio dell’esplorazione di se stess*.
Insomma… fidati, una bomba!
L’esperienza potrà essere fatta in nudità ma anche completamente vestit* e poggerà sulle radici del totale consenso e responsabilità sia di chi riceve che di chi dona.
Le premesse mi piacciono parecchio.
La camminata continua e ad ogni stop, ad ogni persona diversa si sperimentano, sia da donante che da ricevente, i 5 tocchi: aria, acqua, terra, fuoco.
Il mio preferito? Forse quello di terra: bello materiale, forte, deciso, dirompente.
Ma da donante ho amato moltissimo quello d’acqua: avvolgente, sinuoso, estremamente erotico e sensuale.
Toccare l’altro in quel modo mi ha fatta sentire estremamente fluida e coinvolta.
Si Tei, ma poi ci si tocca anche di più?
Aspetta…
Così, di punto in bianco Anna annuncia che dobbiamo trovarci un compagno o una compagna e lavorare due a due.
Cazzo, lo sapevo… non sopporto il fatto di lavorare a coppie.
Sono un’individualista e, figuriamoci, non ho mai fatto in vita mia nemmeno uno sport di squadra.
Mi si propone un ragazzo, Riccardo di qualche anno meno di me, viso pulito, non troppo alto, buon odore.
Ok, ci sto.
Non so perché, ma in ogni caso avrei preferito fare coppia con un uomo che non con una donna. Mi sto ancora interrogando sui motivi di questo mio sentire.
Mi rendo conto che sicuramente il mio blocco più grande sta nel toccare l’altro più che nel farmi toccare, però sono serena, rilassata e curiosa perché qui siamo tutt* venut* per metterci in gioco.
Prima di iniziare c’è la breve fase di contrattazione dove bisogna a parole esplicitare all’altro se ci sono delle zone del proprio corpo che non si desidera vengano toccate.
Io e Riccardo non ci poniamo divieti a vicenda, mi ispira fiducia.
Questo è anche il momento in cui si può scegliere se spogliarsi (parzialmente o meno) o rimanere così come si è.
Io scelgo di rimanere in t-shirt e leggings togliendomi quindi la felpa e i calzini (non so perché, ma volevo stare a piedi scalzi).
Riccardo sceglie di rimanere a petto nudo.
Noto che ha una bella pelle e abbastanza naturalmente priva di peli. Chimicamente la visione della sua pelle mi dispone bene e sono sempre più convinta del mio partner.
Penso che alcune cose non si possano spiegare razionalmente, i corpi tra loro si scambiano segnali non verbali, chimici, messaggi che noi non possiamo cogliere fino in fondo, ma ci fanno dire di si o di no alle cose, se ci connettiamo davvero nel famoso “qui ed ora”.
E il mio corpo e quello di Riccardo si sono decisamente parlati durante questa esperienza.
Tanto è che, finito il laboratorio, dopo “l’abbraccio” di coppia finale, quando Anna ha chiesto a tutt* di parlare delle proprie emozioni o pensieri a riguardo e io ho detto “quello che più mi rimarrà dentro è la potenza che si può sperimentare nell’entrare in profonda intimità con il corpo di un perfetto sconosciuto”, Anna ci ha guardati incredula perché era convinta che io e Riccardo fossimo una coppia anche nella vita.
Mentre, fino a pochi minuti prima non sapevamo nemmeno il nome l’una dell’altro (ce lo siamo detti solo a fine workshop).