Cosa?… Ti è sfuggita la prima parte del resoconto? Leggila qui.
Tra l’esercizio raccontato nel primo articolo e quello di cui leggerai qui sotto sono successe cose, si sono sviscerate emozioni, relazioni e si è consumato un meraviglioso pranzetto preparato con le nostre mani.
(Come nel primo articolo, ti riporterò qui sotto il testo che ho realmente letto ai partecipanti il giorno del raduno.)
Esercizio numero 2 “Cosa ti accende”:
Quello che vi propongo oggi pomeriggio è una riflessione dalla quale vorrei poi nascesse un dibattito, un confronto, una condivisione.
Per prima cosa prendete un foglio e scriveteci sopra la risposta alla domanda: CHE SIGNIFICATO HA PER ME IL SESSO, PERCHE’ FACCIO SESSO (O VORREI FARLO)?
(Come sempre domandine facili facili…).
Ora, la seconda domanda alla quale rispondere è: IN CHE MODO MI SENTO DESIDERAT* DALL’ALTRA PERSONA?
(E qui si è presentata una certa difficoltà per tutt* nel rispondere).
Spesso, in particolare nelle coppie di lunga data ma non solo, non riusciamo ad arrivare all’intimità perché il desiderio sessuale in realtà non è un istinto spontaneo e quando si vive a lungo con una persona non avviene in automatico che appena la vediamo abbiamo voglia di saltarle addosso.
Per questo è molto importante capire individualmente il nostro funzionamento a livello sessuale per poi spiegarlo all’altr*, condividerlo per avere più opportunità di coltivare l’intimità.
Ritagliarsi tempi e spazi per l’intimità non significa fare per forza sesso, a volte può voler dire abbracciarsi a lungo, accarezzarsi a vicenda anche non a livello sessuale o guardarsi negli occhi per perdersi nello sguardo dell’altr*.
Ciò che conta per mantenere vivo un rapporto non sono il numero di volte che si fa sesso in una settimana, in un mese, in un anno, ma bensì mantenere forte e costante il desiderio di intimità con l’altr* e la connessione.
Tornando indietro, per poter fare questo dobbiamo imparare a conoscerci, osservandoci e chiedendoci: cosa mi accende?
Se noi stess* non lo sappiamo, come possiamo pretendere che l’altra persona lo sappia per noi? E questo vale sia all’interno delle coppie di lunga data, sia nelle relazioni nuove o occasionali.
Chiedere all’altr* “vorrei mi facessi sentire più desiderat*” non significa nulla.
Sentirsi desiderat* è una questione soggettiva e personale, quindi non dobbiamo chiedere all’altr* come deve farci sentire, ma dobbiamo fornirgli istruzioni chiare su cosa deve fare a livello pratico.
Lavorare sulla comunicazione per spiegare all’altr* cosa deve fare e non come deve farci sentire.
Esempio pratico non legato al sesso: io sono la persona che in casa fa la spesa e cucina, siamo a cena in famiglia e l’altro mi chiede “potresti ogni tanto fare cene più buone?”.
La mia risposta sarà: “perché io possa accontentarti, fammi una lista di piatti che tu ritieni più buoni per te, così che io possa fare la spesa e inserirli ogni tanto nel nostro menù settimanale”.
Capite anche voi che la frase “potresti fare cene più buone?”, così come la frase “vorrei mi facessi sentire più desiderat*” non ha alcun significato e non fornisce nessuna indicazione all’altro?
Ritengo che imparare a fare richieste chiare possa migliorare la nostra vita in tantissimi ambiti.
Quindi… Cosa ti accende davvero? Quali sono le azioni concrete che ti fanno sentire desiderat*? Cosa deve davvero fare l’altra persona per stimolare la tua voglia di entrare in intimità?
Anche in questo caso, l’esercizio si è ovviamente concluso con una dibattito (in questo caso parecchio attivo) basato sul personale sentire di ogni partecipante.
Il raduno è poi proseguito con un’enorme novità, una bellissima esperienza di meditazione guidata con musicoterapia (campane tibetane e tamburi), stes* sull’erba al tramonto.
C’è stata la pizzata sotto le stelle, un piccolo spazio dedicato ad workshop sul wax play (pratica Bdsm dove si gioca con la cera calda delle candele), freschissimi gin tonic e tante coccole.
La domenica mattina ci siamo svegliati tutt* insieme, abbracciat* e guardat* negli occhi a lungo e ancora e durante la colazione abbiamo letto a turno i bigliettini di complimenti anonimi che con tanta cura ogni partecipante aveva scritto per ognuna delle altre persone presenti (attività ormai diventata una piacevole tradizione dopo l’esperienza del primo anno).
Come ti ho già raccontato nel primo articolo, è difficile riuscire a trasmettere a parole la vera atmosfera di questo magico weekend a chi non era presente, però questa volta ci provo (anzi ci provate voi per me), riportandoti qui sotto alcuni dei commenti dei/delle partecipanti al raduno degli adulti consenzienti 2023.
"È stato un bellissimo raduno, perché intriso di emozioni vere e forti. Inutile fare paragoni con il precedente: tempi, persone e consapevolezze diverse. Sicuramente sotto l'aspetto organizzativo si è fatto un passo avanti. Merito di Tei e Jean soprattutto. È stato bellissimo riviverlo dopo 1 anno di lavoro insieme con le persone che c'erano l'anno scorso. È stato altrettanto bello condividere questi 2 giorni e mezzo con chi non c'era al primo raduno. Mi sono piaciuti tutti i laboratori ed i momenti di gruppo. Il saluto iniziale e quello finale mi hanno fatto sentire vibrazioni intense ed emozioni molto forti. Le energie esistono e si sono sentite. Il filo conduttore che ha guidato i workshop è una bellissima idea, perché si ha proprio la sensazione di fare un lavoro su un tema e di affrontare un percorso (almeno l'inizio di un percorso). I momenti di condivisione sono stati molto belli. Ho avuto la possibilità di condividere profondità con molti di voi, mi avete regalato un pezzettino del vostro io più intimo e di questo sono veramente grato e riconoscente. “Quel tavolo e voi siete diventati casa per me. Una casa calda, accogliente e sicura. Ho colato cera, ma soprattutto ho colato lacrime, che, a differenza della cera, non si raffreddano. Ma sono state lacrime belle che sono contento di aver condiviso con voi. Ho riletto i miei bigliettini almeno una decina di volte, ci sono complimenti bellissimi. Sapere di rappresentare quello mi rende felice (anche se faccio ancora fatica ad accettarli totalmente). Mi è piaciuto molto che quest'anno tutti hanno partecipato attivamente a tutto. E la cura che ognuno ha messo verso tutti gli altri è qualcosa di veramente speciale. Ho conosciuto un pochino meglio tutti voi ed ho trovato in ognuno piacevoli sorprese che fanno si che la mia stima verso ognuno di voi sia cresciuta ancora di più. Ognuno di voi mi ha insegnato qualcosa che mi stimola a migliorare e a lavorare su me stesso. Tei, so quanto hai lavorato per preparare i workshop e per organizzare il tutto. È stupendo vedere la passione che metti in tutto quello che fai. Grazie Tei"
“Cercherò di non dilungarmi come mio solito, volevo ringraziare tutti per questa bella esperienza, non tutto è stato semplice perché comunque ho anch'io i miei limiti relazionali e non sempre mi è facile instaurare rapporti con persone nuove, proprio per questo motivo mi sento di dirvi grazie perché nonostante i miei limiti mi avete fatto stare bene. Spero di rivedervi presto, un abbraccio a tutti.”
“Ripensando al weekend… quest’anno per me è stato diverso rispetto allo scorso, sono partita tranquilla e felice di rivedere quelli che ormai considero amici, che non vivono il mio quotidiano, ma con cui condivido forse la parte più intima delle mie emozioni in questo momento in cui cerco di decostruire un po' tutto, essere separati non è facile ma permette di avere una pagina nuova da scrivere e voi siete un bel contributo. I laboratori quest'anno li ho vissuti bene senza "ansia" ne imbarazzi. Lo scorso anno sono entrata punta di piedi… e ne sono uscita ricca… quest'anno ancora meglio. Gratitudine, affetto e un pieno di emozioni difficili da descrivere. Domenica sera, rientrata a casa avevo la testa vuota e leggera e un benessere diffuso. Mi sento fortunata dell'opportunità che il "caso" ha voluto regalarmi.”
“Primo raduno per me. Allora, ho avuto ed ho ancora oggi, un mix di emozioni. Ne sono uscita frastornata, felice, più consapevole, ammaccata. Mi sono imposta, stando con voi, di -nn darmi un tono-. Spiego: solitamente la mia sofferenza la leggete ma non la si vede in viso o sul corpo. Venendo lì, ho imposto a me stessa di mostrarmi per come sono. Non volevo mettere filtri e penso di avercela fatta. È stato potente affrontare tutti i laboratori. Ed ammetto che quello sui limiti e sul dolore, mi macina ancora oggi… il livido sulla gamba mi ricorda quanto poco faccio rispettare me stessa. Quanto poco anche io, rispetti me. Ma il bello è stato trovare cura in tutti voi. Dall'abbraccio ad una parola messa nel momento giusto. Vi ringrazio davvero tutti… E grazie Tei per quello che fai.”
“Dopo una settimana sono ancora qui che penso a cosa è successo al raduno AC 2023… La prima cosa che mi viene in mente sono gli sguardi: ce ne sono stati tanti, ne ho scambiati ancora di più. Silenziosi, rumorosi, commoventi. E poi gli abbracci, lo starsi vicino, coccole, chiacchiere, discorsi, silenzi, lacrime, dolore. I laboratori sono stati intensi, coinvolgenti ed anche intimi, ed hanno aperto la strada ad un lavoro necessario, per uscire dalla mia comfort zone e mettermi in gioco (che per un’abitudinaria pigra come me è uno sforzo notevole). Ho negli occhi e nel cuore tanta bellezza, ho approfondito la conoscenza di persone splendide ed alcune le ho conosciute in questa occasione. Ed è stato tra l’altro un compleanno diverso dopo tanti anni! Ultima piccola cosa che vorrei condividere: quando eravamo in procinto di partire, nel momento dei saluti, Boris mi ha detto “Stai bene”… beh, quelle parole mi sono arrivate dritte dritte al cuore, forse per il tono, forse per il momento, non so, ma mi hanno proprio colpita, la giusta fine del raduno da cui partire. Grazie a Tei e Jean per l’accoglienza a casa vostra, e soprattutto grazie per la cura che tu Tei hai messo nell’organizzazione, dai laboratori ai pasti e tutto il resto.”
“Il mio primo raduno. L’anno scorso seguivo Tei da non molto quando è stato organizzato il raduno. La vedevo come una cosa fuori dalle mie possibilità e percepivo la mia mente troppo chiusa per instaurare una conoscenza reale con delle visioni così evolute rispetto a me. Quest’anno la mia vita è cambiata repentinamente in più ambiti. Per certi versi è cambiata in peggio, per molti altri è migliorata. Ho capito che il gruppo faceva parte delle migliorie e non ho voluto rinunciarvi in un momento molto critico. Per questo sono felice oltre ogni mia aspettativa di aver mantenuto i rapporti con tutti voi e di averli accresciuti al punto da sentirmi sicura nel prendere parte ad un evento che fino ad un anno fa non avrei visto come plausibile. Ringrazio in primis Tei e Jean per l’ospitalità. Ringrazio Tei per aver intrapreso questo percorso che mi sta aiutando tantissimo. Ringrazio tutti i partecipanti perché mi hanno fatta sentire a casa e per certi versi viziata e coccolata. Ringrazio i riti di inizio e di fine, l’aver guardato tanti occhi mi ha messo paura, ma mi ha dato forza. Ringrazio i laboratori, soprattutto quello del dolore, il quale mi apre una nuova porta: posso sopportare? Mi piace? È questo il mio limite? Vado oltre? Ringrazio i complimenti ricevuti, che mi hanno fatto tanto bene e un po’ male. Ringrazio i pasti condivisi, le sigarette, la cera, la vicinanza e l’affiatamento, le cicale, il dormire in tenda, gli abbracci e l’avervi conosciuto tutti. Siete uno dei regali più belli che mi sono fatta quest’anno."