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Ho una vagina, guardo i porno e mi piacciono pure

Il mio personale elogio al porno mainstream, o forse no. Cosa c’è di giusto e di sbagliato nella pornografia?

In un articolo di qualche tempo fa ho raccontato la mia esperienza di un intero mese passato senza guardare porno.

E’ un’esperienza che consiglio realmente di fare (almeno una volta nella vita) a tutte quelle persone che senza porno non riescono proprio a stare.

Una sorta di social detox, che oggi come oggi va tanto di moda, ma con i porno.

Esplorare il proprio immaginario erotico andando a pescare solo dalla nostra immaginazione e dai nostri ricordi o fantasie, è una cosa necessaria quando si desidera capire realmente qualcosa in più sul proprio corpo e sul proprio processo di eccitazione.

Ma, assodato questo… quanto sono belli i porno?

Schietta masturbazione on demand. Meccanica pura che ci svela quanto il desiderio sessuale possa essere una meccanica neanche tanto complessa da innescare.

Vuoi tette grosse? Trovi tutte grosse.

Vuoi tette grosse su ragazza brasiliana? Trovi tette grosse su ragazza brasiliana.

Ora mi spiego meglio.

Appena si sente parlare di pornografia mainstream siamo tutt* pronti a demonizzarla e ad affermare (dandoci anche un certo tono) quanto ci piacciano invece i porno etici femministi.

Mi piacciono i porno etici femministi?

Ni… ho visto diversi video di produzioni porno femministe, pensando dentro di me che dovessero per forza piacermi essendo io portatrice di femminismo e di vulva, ma nonostante il mio essere bendisposta, non ho trovato in quei porno ciò che cercavo.

Magari è colpa mia, che sono ormai assuefatta ad un certo tipo di prodotto video, ma in fondo che male c’è?

La pornografia mainstream sta al porno etico femminista come “Fast and Furious” sta a “Ladri di biciclette”.

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Illustrazione di Domitilla Marzuoli

Da brava cinefila non posso che non amare Ladri di biciclette, ma magari, mi diverte di più identificarmi in Dominic Toretto a volte, no?

Ma, facciamo un passo indietro.

Già tra donne non si parla mai di masturbazione, credi si parli di porno?

Men che meno.

Pur non parlandone e non confrontandomi su questa tema con altre portatrici di vulva più o meno coetanee, sento di poter dire che la percentuale di donne che fa uso di porno per masturbarsi sia davvero bassa.

Ho solo un’amica (che ho conosciuto dopo l’apertura di questo Blog), con cui è capitato di scambiarci dei link di video che trovavamo particolarmente interessanti ed eccitanti.

Con lei è stato tutto naturale, forse perché quando mi ha conosciuta avevo già fatto “coming out” online come portatrice di vulva consumatrice di porno.

E’ stato davvero bello scoprire di non essere l’unica donna che fa uso di porno per masturbarsi e che ama anche le scene di penetrazione molto più dei “preliminari”.

La maggior parte delle donne a cui chiederai “tu li guardi i porno?”, ti risponderanno sorridendo imbarazzate e poi aggiungeranno qualcosa come “…mah, non mi eccitano, anzi mi fanno ridere”. 

Traduci ‘ridere’ con ‘mi imbarazzano’, ma mi chiedo come sia possibile imbarazzarsi guardando un porno mentre nessuno sa che lo stai guardando?

Il porno può farci sentire a disagio anche perché mette a nudo la nostra incapacità di eccitarci quando invece sogniamo di essere delle donne vogliose e insaziabili e viceversa.

Quello che ci eccita o no dipende da zone incontrollate del nostro cervello e raramente è in accordo con ciò che desideriamo coscientemente.

“Il problema del porno è anzitutto che va a colpire l’angolo morto della ragione. Prima di tutto ti si rizza o ti bagni, poi potrai chiederti perché. I riflessi di autocensura vanno in tilt. L’immagine pornografica non lascia scampo: ecco quello che ti eccita, ecco quello che ti fa reagire. Ci indica qual è la molla che ci mette in moto.  In questo sta la sua grande forza, la sua dimensione quasi mistica. Ed è su questo che molti militanti anti-porno si irrigidiscono e strepitano.  Rifiutano che gli si parli del loro desiderio in modo esplicito, che gli si imponga di scoprire cose su se stessi che hanno deciso di tacere e di ignorare” 

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Per quanto riguarda l’uso della pornografia da parte del pubblico femminile, secondo me, non funziona come per la masturbazione.

Le donne si masturbano (quasi) quanto gli uomini, solo che non lo ammettono.

Invece riguardo i porno credo sia tutto vero. 

Le donne etero cisgender sono raramente consumatrici di pornografia.

Perché? Per mille motivi legati principalmente al retaggio culturale e alla società patriarcale che ha deciso che alle donne il sesso non debba piacere, ma poi si lamenta che le donne siano “frigide”, non si masturbano e non vogliono fare sesso anale o provare cose diverse…

Il vero problema del porno, è che offre uno sfogo al desiderio e propone un mezzo per appagarlo in modo rapido.

“Il porno interviene come valvola di sfogo psichico, per equilibrare la differenza di pressione.  Ma ciò che è eccitante è spesso socialmente imbarazzante. Poche persone sono disposte a riconoscere alla luce del sole ciò che le fa impazzire nell’intimità. Perfino con i propri partner sessuali. Quello che mi fa bagnare rientra nella mia sfera privata. Perché l’immagine che dà di me è incompatibile con la mia identità sociale quotidiana. Le nostre fantasie sessuali parlano di noi, alla maniera indiretta dei sogni”

L’altro motivo principale per cui le donne non guardano porno, è perché i porno sono studiati e creati da uomini per l’eccitamento maschile che è per lo più di tipo visivo e decisamente fallocentrico.

Io, probabilmente, rispetto ad altre donne, ho invece un’eccitazione di tipo fortemente visivo, che di solito viene imputata, appunto, al genere maschile.

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Illustrazione di Domitilla Marzuoli

Ho sempre ricercato uno stimolo come quello del porno più che rivolgermi alla mia immaginazione durante l’atto masturbatorio.

Hai mai fatto caso al fatto che i video di categorie come “lesbian” o “trans” nascono in realtà per l’uomo etero cisgender e non si rivolgono affatto ad un pubblico di donne lesbiche o di persone transessuali?

La pornografia mainstream si basa sul meccanismo “domanda – offerta”. 

Forse, se anche le donne avessero consumato più porno dall’alba dei tempi, oggi non ci sarebbe bisogno di creare divisioni nette tra pornografia mainstream e porno femminista, ma si troverebbe facilmente un porno che soddisfi il gusto e le esigenze di tutt*.

I film porno sono per definizione film. Sembra banale questa affermazione, ma non è scontata.

I film sono finzione, un film prevede attori professionisti, un regista, una sceneggiatura, un montaggio.

La pornografia non nasce per darci false aspettative sul sesso, ma per farci “sognare”.

Se guardando “Sex and the City” iniziassi a credere che la mia vita potrebbe essere davvero come quella di di Carrie Bradshaw a New York solo perché scrivo un sex blog, sarei davvero un’illusa.

Allora, perché non possiamo semplicemente continuare a guardare i porno con la consapevolezza che siano finzione e che, si, il sesso nella realtà è un’altra cosa?

Si imputano tante cose negative alla pornografia.

“Si dice spesso che il porno aumenta il numero degli stupri. Ipocrita e assurdo. Come se l’aggressione sessuale fosse un’invenzione recente, e bisognasse inculcarla attraverso i film.”

Affermare una cosa così sui porno è un po’ come dire che guardare film d’azione violenti ti insegni ad alzarti una mattina e ad andare a scuola con la tua Sig Sauer calibro 9 a commettere una strage. 

Le cause della violenza e della violenza di genere, presenti nella nostra società, vanno ricercate da un’altra parte. 

Cosa c’è di sbagliato nel porno?

Probabilmente, ciò che c’è di sbagliato è il ruolo che esso ha assunto negli ultimi decenni. 

La pornografia si è sostituita all’educazione sessuale.

Il porno andrebbe usato solo per eccitarsi, intrattenersi e divertirsi, non per apprendere e imparare. 

Al limite, per imparare qualcosa in più sul nostro orientamento sessuale e su ciò che ci eccita.

Ma ATTENZIONE – SPOILER: se sei un uomo cisgeneder etero, il fatto che ti masturbi guardando porno gay, non fa per forza di te un uomo non etero. La categoria di porno che guardi non è automaticamente collegata al tuo orientamento sessuale. O per lo meno, non sempre.

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Illustrazione di Domitilla Marzuoli

Così come non puoi imparare dalle commedie romantiche come funzionano davvero le relazioni, non puoi imparare dai porno come fare sesso o come entrare in connessione con l’altra persona per darle piacere. 

La pornografia mainstream è basata sulla performance, su cazzi enormi, su femmine bagnatissime e sempre pronte a squirtare dopo due semplici sgrillettate al volo.

I film porno terminano sempre con l’orgasmo maschile, e dopo quello non c’è nient’altro. 

Credo che il porno andrebbe guardato semplicemente con la consapevolezza che sia tutta finzione, che i porno si basano su stereotipi di genere a cui nessun* di noi dovrebbe essere obbligat* ad aderire e che gli attori si ammazzano spesso e volentieri di Alprostadil (farmaco contro la disfunzione erettile).

Le donne, nella realtà, possono anche avere problemi di secchezza vaginale senza doversi sentire meno donne, e i veri uomini non sono quelli che sanno far godere le donne senza che queste sappiano o vogliano dargli istruzioni in merito.

Un “vero uomo” per essere definito tale non deve necessariamente prendere sempre l’iniziativa se questa cosa non fa per lui, e alle donne il sesso può piacere davvero e possono vivere la propria sessualità mettendo sé stesse al centro.

Al porno, troppo spesso si richiede di essere il riflesso del reale.

Perché il porno dovrebbe dire la verità se questa è una cosa che mai chiederemmo al cinema?


E ora, lasciatemi continuare a guardare i miei amati porno in pace, fantasticando su uomini prestanti con cazzi giganti e nerboruti che, nella vita reale, non degnerei nemmeno di uno sguardo.

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